Arianna Vidoni, Site Manager, Zurigo
Chi sei in poche parole?
Mi chiamo Arianna Vidoni, ho poco più di quarant’anni, vengo dall’Italia e presto diventerò ufficialmente svizzera.
Quello che nessuno sa di me: da adolescente, durante una breve fase gotica ispirata da Poe, Brontë e Byron, ho vinto un concorso di poesia. Quella fase è durata poco, ma è bastata a trasmettermi l’amore per le parole scelte con cura.
Oggi scrivo solo procedure, manuali di formazione e e-mail. La creatività è rimasta; si è semplicemente evoluta e ha trovato il suo posto nel contesto professionale.
Cosa ti ha motivato a lavorare in Protectas?
La mia motivazione è stata soprattutto la fortuna di avere, fin dall’inizio, un superiore eccellente: una persona molto umana e competente, per la quale nessuno era solo un numero.
Grazie a lui ho capito che qui potevo imparare molto. Questo mi ha spinta a impegnarmi pienamente e a perseguire obiettivi che prima non avrei nemmeno considerato. Ha creduto in me.
Puoi raccontarci i tuoi inizi in Protectas?
Il primo messaggio che ho dovuto inviare al mio superiore diceva che la sedia su cui ero seduta era improvvisamente crollata e che ero caduta a terra.
Chiedevo se magari potevo avere una sedia nuova.
Oggi, dopo anni, ne ridiamo ancora insieme. Non è stato sicuramente un inizio classico, ma è stato un inizio che non dimenticherò mai!
E ora, di cosa ti occupi?
Attualmente sono Site Manager di un data center, con una solida esperienza nella gestione del team, nell’ottimizzazione dei protocolli di sicurezza, nella formazione del personale e nel mantenimento di alti standard di vigilanza.
Sono responsabile dei controlli di accesso e della promozione di un ambiente di sicurezza collaborativo ed efficiente, capace di affrontare le sfide quotidiane.
Essere manager non significa solo applicare regole e procedure, ma soprattutto prendersi cura delle persone dietro questi processi.
Bisogna sempre avere un piano B, ma anche un piano C e D. Perché nella sicurezza, come nella vita, è meglio essere preparati a ogni eventualità, anche a quelle che nessuno si aspetta.
Cosa ti piace del tuo lavoro?
Mi piace particolarmente che spinge a notare i dettagli prima che diventino problemi.
Col tempo, si sviluppa uno sguardo acuto per ciò che magari sfugge agli altri. Ed è proprio questo che rende questo lavoro così appassionante e prezioso.
Qual è la tua sfida più grande e come la affronti?
La vera sfida risiede nella gestione della componente umana: mantenere un’attenzione costante in ambienti molto tranquilli, perché è proprio lì che si sviluppa la vera vigilanza.
Questo richiede un approccio equilibrato e comprensivo verso diverse variabili, come l’umore di persone che hanno dormito poco o la dimenticanza occasionale di passaggi importanti nelle procedure quotidiane.
Allo stesso tempo, è essenziale bilanciare le esigenze dei clienti, le aspettative di Protectas e il benessere dei collaboratori.
Mantenere questo equilibrio richiede sensibilità, flessibilità e un forte senso di responsabilità; qualità che considero fondamentali per garantire un ambiente di lavoro sicuro ed efficiente.
Qual è il valore che più ti rappresenta e perché? (Integrità, Vigilanza, Disponibilità)
L’integrità. Senza di essa si reagisce agli altri; con essa si guida. Con essa si prendono decisioni, non per piacere, ma per fare ciò che è necessario.
L’integrità mi permette di dire no, anche quando sì sarebbe più comodo. Nel mio lavoro è una questione di affidabilità. Posso tollerare errori, ma non l’opportunismo.
Agisco come credo sia giusto, non come sarebbe più conveniente.
Come vivi il fatto di essere una donna nel tuo lavoro?
Non ho mai lavorato "come donna", ma con impegno e affidabilità. La determinazione, la vigilanza e la capacità di prendere decisioni difficili sono qualità umane, non maschili.
Non ho mai pensato che essere donna fosse un problema. Il vero problema è che molti lo pensano ancora.
Non si tratta di superare gli uomini, ma di superare le aspettative limitanti ancora associate alla leadership e alla sicurezza.
Niente è più spiazzante di un risultato che arriva quando nessuno se lo aspetta.
Essere donna in questo settore è una scuola continua e un’opportunità per portare uno stile di leadership diverso.
A volte serve umorismo, a volte pazienza, ma con competenza, strategia, chiarezza e fermezza si guadagna rispetto.
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