Alexander Benecke, responsabile dei servizi di sicurezza nei centri federali per richiedenti asilo, Zurigo
Chi sei in poche parole?
Mi chiamo Alexander Benecke, ho 44 anni e sono originario della Germania. Ho servito come ufficiale paracadutista nella Bundeswehr, prima di lavorare come consulente privato in diversi ambiti legati alla sicurezza ad alto rischio e alle infrastrutture critiche – in particolare nel settore spaziale e del cloud computing. Oggi sono responsabile di settore nei servizi di sicurezza presso Protectas.
Cosa ti ha motivato a lavorare in Protectas?
Dopo il mio percorso nell’esercito e in vari progetti internazionali di sicurezza, desideravo mettere le mie competenze al servizio di un ambiente civile stabile. Protectas mi ha convinto per la sua reputazione professionale e per la sua missione. I valori di integrità, vigilanza e disponibilità corrispondono perfettamente alle mie convinzioni. Ciò che mi ha particolarmente motivato è stata la possibilità di entrare a far parte di un leader mondiale della sicurezza, dove posso mettere a frutto la mia esperienza per proteggere persone e infrastrutture ogni giorno. Inoltre, Protectas offre strutture chiare e reali opportunità di crescita, il che mi dà la convinzione di poter contribuire in modo duraturo.
Puoi raccontarci i tuoi inizi in Protectas?
Sono entrato in Protectas a metà 2024. Non era del tutto nuovo per me tornare nel settore della sicurezza privata, ma ho dovuto – e devo ancora a volte – adattarmi a certe specificità locali, in particolare alla mentalità svizzera: qui non è sempre consigliabile essere troppo diretti, per non sembrare troppo bruschi. Fortunatamente, i miei colleghi mi hanno accolto calorosamente. I primi mesi sono stati intensi: ho imparato molto sulla cultura aziendale di Protectas e ho constatato quanto la mia esperienza passata fosse apprezzata. Questi inizi sono stati importanti perché mi hanno permesso di integrarmi rapidamente e di assumere responsabilità significative fin dall’inizio.
Di cosa sei responsabile ora?
Sono responsabile dei servizi di sicurezza nei centri federali per richiedenti asilo della regione di Zurigo. Questo comprende diversi siti operativi, con circa 170 collaboratori con funzioni diverse. Con il mio team di direzione – composto da un responsabile operativo, due assistenti di settore, un capo pianificatore, tre capiservizio e diversi responsabili di settore – mi assicuro che vengano rispettate tutte le direttive del Segretariato di Stato della migrazione. Le mie principali missioni comprendono la gestione operativa, il coordinamento delle strutture di comando, l’assicurazione della qualità, la collaborazione con il cliente e la gestione dei cambiamenti organizzativi e del personale. Questo ruolo richiede diplomazia, comunicazione chiara e pianificazione proattiva per garantire sicurezza e stabilità in un contesto sensibile come quello dell’asilo. Altri incarichi nella regione sono già in preparazione.
Cosa ti piace del tuo lavoro?
Apprezzo la grande varietà dei compiti: nessuna giornata è uguale all’altra. Passo dalla pianificazione strategica all’implementazione operativa, fino alla risoluzione di problemi concreti. Questa varietà è impegnativa ma anche molto stimolante. Tengo molto anche alla collaborazione con il mio team: i miei colleghi dimostrano impegno straordinario, grande affidabilità e un forte spirito di squadra. Infine, ciò che trovo più gratificante è la responsabilità: la sicurezza non è solo controllo, ma protezione di persone, valori e strutture. Contribuire a questo dà pieno senso al mio lavoro.
Qual è la tua sfida più grande e come la affronti?
La mia sfida più grande è conciliare le esigenze di sicurezza con l’aspetto umano del ruolo. Sono responsabile non solo della sicurezza di persone e infrastrutture, ma anche del benessere e dello sviluppo dei collaboratori. Per affrontare questa sfida, punto su una comunicazione trasparente, un ascolto attento e decisioni ponderate e giuste. Voglio essere un modello di affidabilità e creare un clima di fiducia, essenziale per lavorare bene in un ambiente così sensibile.
Qual è il valore che le parla di più e perché? (Integrità, Vigilanza, Serviabilità)
Il valore che sento più vicino è l’integrità. Per me significa fare ciò che è giusto, anche quando nessuno ci osserva. Nel nostro lavoro la fiducia è fondamentale: i clienti devono poter contare su di noi per agire con onestà, affidabilità e lealtà. La mia esperienza militare mi ha insegnato l’importanza di un’etica solida. L’integrità è la base: senza di essa, né la vigilanza né la disponibilità sarebbero credibili. Ogni giorno cerco di essere esemplare comunicando in modo chiaro, mantenendo i miei impegni e prendendo decisioni giuste. Quando questo atteggiamento è condiviso da tutto il team, si crea una vera cultura della fiducia, indispensabile per la nostra missione.
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